Storie in punta di fioretto, di rose rosse e di cuori che si intrecciano.
È il turno delle fiorettiste.
Impossibile non pensare ad una rosa rossa quando le hai davanti.
Belle, eleganti, sensuali eppure in mano hanno un’arma.
È una danza, un misto tra il tango e il flamenco.
Loro la musica la sentono nascere da dentro, percorrere il braccio, librarsi fino in punta di fioretto.
Toccare il petto della compagna in pedana.
Scuotere in una febbre il corpo di dirimpetto.
Passi di taranta salentina. Andare avanti, tornare indietro. Non
sono permesse piroette, non bisogna mai dare le spalle. Stoccate,
affondi, assalti, passi di danza.
Fasce di capelli che compaiono, impertinenti, dalla maschera.
Fasce di capelli che compaiono, impertinenti, dalla maschera.
Accarezzano le spalle, la tuta dove impresso c'è il cognome e la nazione,
i nomi li aggiungo io:
Arianna, Elisa, Maddalena, Olga, Valentina.
Un solo affondo, nessun colpo portato.
Le lacrime che con leggiadria, in silenzio, si bloccano mentre stanno per sgorgare.
Ricompaiono quando le mani asciugano gli occhi.
Sapere dove nascondono le lacrime sarebbe come dirimere un mistero lungo anni.
L'arte nobile del fioretto non è mai stata così dolce.
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