esperienze comunicative nel bagaglio da viaggio di un aspirante storyteller

venerdì 3 luglio 2009

Il giudice di pace e la riforma

Tivoli 2 luglio 2009



La riforma del processo civile, che entrerà in vigore il 4 luglio 2009, potrebbe oberare di lavoro gli uffici del giudice di Pace. Questa estende infatti alla competenza del giudice di pace le cause sui beni mobili fino a 5.000 euro (mentre prima venivano discusse le cause fino a 2.500 euro) e i risarcimenti per danni da circolazione stradale fino a 20.000 euro (prima 15.400 euro). Cambiamenti anche nel ramo del penale dove è stato introdotto il reato di immigrazione clandestina. Come si ripercuoterà tutto ciò negli uffici tiburtini?
La situazione di Tivoli è completamente diversa. La mole di lavoro rispetto all’ufficio romano è senz’altro ridotta e soprattutto il Giudice di Pace di Tivoli non è competente in materia di convalida dell’espulsione in quanto compito della questura di Roma.
Nell’Ufficio del Giudice di Pace di Tivoli lavorano 6 impiegati di cancelleria divisi tra civile e penale, un messo e un impiegato amministrativo allo sportello. Il lavoro prevalentemente è costituito dalle opposizioni alle sanzioni amministrative ovvero il ricorso, da parte dei privati cittadini, alle multe.
Nel 2008 sono pervenute 2298 istanze alla cancelleria civile di cui :1031 sono opposizioni alle sanzioni amministrative; 697 sono i decreti ingiuntivi. Sono state emesse 1148 sentenze con pendenze al massimo di qualche mese precedente al gennaio 2008. “Noi impiegati dobbiamo occuparci della cancelleria, delle perizie all’esterno, dell’assistenza al giudice in aula durante le udienze. Questo comporta un dispendio di tempo e di energia. La nostra non è un’isola felice ma siamo riusciti a trovare un equilibrio che ci permette di non avere troppe pendenze in corso.”
Allo sportello pervengono le istanze e i ricorsi. L’impiegato che le riceve le passa a un altro che le iscrive al ruolo. Viene utilizzato un sistema informatizzato ma può incepparsi lasciando ai giorni successivi un carico di lavoro maggiorato. Eppure tutto questo non comporta eccessivi ritardi. Se iscrivessimo la causa oggi, si discuterebbe a novembre o al massimo a dicembre, mentre per i decreti ingiuntivi nell’arco, massimo, di 15 giorni viene emessa sentenza. Un equilibrio precario che rischia di venire meno con l’entrata in vigore della nuova normativa. Secondo una statistica interna i decreti ingiuntivi sono destinati al raddoppio e allo stesso modo le cause civili. Ancor prima che giunga il 4 luglio le istanze hanno subito un incremento essendo arrivate già a quota 1326 (552 osa, 483 decreti ingiuntivi). I problemi sorgeranno ad aprile 2010 quando uno dei 4 giudici terminerà il mandato lasciando le incombenze agli altri 3. I tempi non potranno che allungarsi considerando che le istanze perverranno in numero sempre maggiore. Tra sei mesi sapremo se l’istituto del Giudice di Pace ha retto la prima onda d’urto.

Pasquale Giordano

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