C’è un ragazzo nel South Carolina. È un ragazzo mite, di colore. Ha 63 anni circa ed è uno dei coach della difesa del Hannah Yellow Jackets football team. Il suo nome è Robert James Kennedy ma tutti lo chiamano Radio, io voglio raccontarvi la sua storia.
Radio è nato il 14 ottobe del 1946 a Anderson, South Carolina. Non è dato sapere quale ritardo mentale abbia. Radio è un po’ più lento rispetto agli altri. Uso la forma un po più lento rispetto agli altri perché è una citazione del film che mi ha fatto scoprire la vita di questo signore.
Ecco una breve recensione
Il MessaggeroNavigando su internet, alla ricerca di informazioni sulla vita di Radio, ho trovato diverse interviste rilasciate all'indomani dell'uscita del film(2003). Qualche dichiarazione è stata rilasciata al settimanale statunitense Sport Illustrated, altre al quotidiano locale Independent Mail, altre ancora sono dichiarazioni ufficiali immesse nel circuito della comunicazione dall’Ufficio Stampa della Sony Pictures e ospitate ancora oggi nella Newsroom del sito.
"Se cercate un film in cui non esplodono bombe ma emozioni, non si infligge dolore ma si guarisce, e se volete assistere a una storia americana popolata da gente semplice, dai volti bellissimi, che prende decisioni complesse in nome della tolleranza, correte a vedere 'Mi chiamano Radio' di Mike Tollin, grande dramma sociale dai contorni sportivi in cui si racconta l'incredibile storia vera di James 'Radio' Kennedy (Cuba Gooding Jr.). (...) Poteva essere un film ricattatorio e invece 'Mi chiamano Radio' è sincero. Poteva concentrarsi sul portatore d'handicap come 'Forrest Gump', e invece scandaglia più le angosce del sano Jones e di tutti quelli che entrano in contatto con 'Radio'. Poteva portare i due protagonisti verso la retorica e invece non si sa chi dei due sia più naturale. Infine, poteva ricordarci che si trattava di una storia vera attraverso una didascalia finale. Invece Tollin fa vedere il vero 'Radio' e il vero Coach Jones abbracciarsi dopo che l'hanno fatto i suoi attori. Eppure continui a credere al film. Chi non si commuove è perduto"
(Francesco Alò, 14 maggio 2004)
Ecco a voi un’immaginaria intervista dove la linea temporale viene sconvolta. Conosco le risposte prima di porre le domande. Proprio come i giornalisti del 2009.
(James Robert Kennedy - Coach Harold Jones)
Quanto di vero c’è nel film?
Robert James Kennedy esiste davvero. La storia, nel film, è incentrata a cavallo tra il 1976 e il 1977. Abbiamo dovuto scegliere un lasso di tempo che ci permettesse di raccontare bene quello che in 4 decadi è successo. In realtà il primo contatto tra coach Harold Jones e Radio è avvenuto nel 1964. Naturalmente nel film siamo stati vaghi e la storia è poco legata al nesso temporale. Radio è tutt’oggi una pezzo importante della storia di quella piccola cittadina e soprattutto del locale Liceo. Il film non vuole essere una biografia di Radio ma raccontare il legame che si è creato nel tempo tra il coach Jones e Radio, tra due uomini diversi ma legati da un umanità molto forte.
Chi ha dato il soprannome Radio a RJK?
I cittadini di Anderson per via della passione che RJK ha sempre avuto per questo strumento. Agli inizi degli anni 60 Radio girava per le vie del paese spingendo un carrello e ascoltando una radiolina. Da quando si sono conosciuti, per ogni natale o compleanno, il coach James regala sempre una radio a James.
Ma non è solo una storia di buoni sentimenti. È davvero successo che i ragazzi del liceo facessero scherzi di pessimo gusto a Radio?
Non è accaduto che i ragazzi rinchiudessero James dentro al deposito del campo di football come succede nel film, ma gliene hanno combinate di peggio. Come quando, dopo aver abbassato i suoi pantaloni, hanno versato sui suoi glutei e le sue gambe diluente per vernici provocandogli delle abrasioni serie. O come quando lo hanno costretto ad attivare l'allarme anti incendio senza alcun motivo facendolo arrestare per procurato allarme.
Ma qual è il problema che affligge Radio?
Ancora adesso non lo si sa con certezza. Dello stesso problema soffrono anche il padre e il fratello di due anni più giovane. Cool Rock (il fratello minore) non riesce ancora a farsi capire quando parla. Lui però non ha mai ricevuto amore e affetto da un'intero liceo per più di 40 anni, forse è questa la differenza fondamentale.
Nel film c'è una scena in cui il coach Jones confessa alla figlia di aver assistito alla segregazione di un bimbo. Corrisponde al vero?
Si. Non si capisce bene perché il coach Jones faccia tutto questo per Radio finchè, lo stesso coach, non confessa alla figlia di aver visto, a 12 anni consegnava i giornali, un ragazzino tenuto rinchiuso in una casa in mezzo al bosco perché aveva un ritardo psichico. Lui si rimprovera del fatto che pur essendo passato davanti a quel ragazzo per due anni di fila non ha mai fatto nulla per aiutarlo. Forse è questo che ha spinto il coach, qualche anno dopo, ad accogliere in squadra Radio.
Nel "making of", presente nel dvd del film, il regista Michael Tollin e lo sceneggiatore Mike Rich raccontano di aver dovuto faticare molto per capire il motivo del comportamento del coach. Lui non aveva mai detto a nessuno dell'incontro con quel ragazzo e nella narrazione del film hanno dovuto inserire la scena della confessione per non spingere gli spettatori a pensare che il coach Jones fosse mosso da pietà verso Radio.
Sempre nell'articolo di Sport Illustrated, l'assistente allenatore Honeycutt racconta: Radio sarebbe morto giovanissimo, se non avesse ricevuto l'aiuto di mr Jones. È stato l'allenatore Jones a portare Radio dal medico ogni anno, a modificare la sua dieta quando la pressione arteriosa e il colesterolo stavano superando il giusto, a pagare le sue fatture mediche e le sue cure odontoiatriche. Nel 1974 il capo allenatore decise che Radio non poteva partire con la squadra per una trasferta a Northwestern High. Quella partita fu l'unica sconfitta della stagione e da quel momento Radio assistette a tutte le partite. Per la cronaca i jackets arrivarono in finale.
Nella finzione del film quando muore la madre Radio divelte casa sua. Ha scatti d'ira frequenti?
In realtà la madre è morta nell'agosto del 1994 e non nel 1977. Radio in quell'occasione fece solo due buchi al muro per la disperazione e non divelse la casa. Per fortuna suo fratello maggiore e sua moglie si trasferirono da lui e se ne presero cura. Il resto lo fecero coach Jones e il liceo Hannah.
È vero che il coach decise di smettere di allenare nel 1977 per poter passare più tempo con la famiglia?
È una forzatura del film per dare più risalto all'impatto che ebbe Radio nella vita dei protagonisti. In realtà fino al 1998 Jones ha continuato ad allenare e quando nel 1998, l'allora capo allenatore, Mike Sams gli chiese di dimettersi lui tenne duro e non si dimise. Posso dire con certezza che lui non avrebbe mai smesso di allenare, è stato licenziato.
Nel film Radio è interpretato da Cuba Gooding Jr. Ecco le sue dichiarazioni:
Quest'uomo (RJK, nda) ha energia in abbondanza ma è un'energia pulita, diversa da quella che ho dovuto mostrare nel film Jerry Maguire (quell'interpretazione gli valse l'oscar, nda). James in maniera molto semplice dimostra la gioia di vivere la vita giorno per giorno, contagiando tutti con la sua felicità. È stato un piacere interpretarlo e anzi, non vedevo l'ora di calarmi nei suoi panni.
Da dove ha tratto ispirazione Michael Tollin per fare un film su JRK?
Durante una vacanza di sci ad Aspen (Colorado) nel 1996, il regista/produttore Michael Tollin lesse un'articolo di Gary Smith pubblicato su "Sports Illustrated" e intitolato "Someone to Lean On". Fu lo spunto che lo ispirò per ottenere i diritti e cominciare a lavorare su come ottenere una versione cinematografica della vita di Radio. Forse ad incoraggiarlo ancor di più contribuì il precedente lavoro di qualche anno prima. Nel 1990, Michael Tollin ha guidato un gruppo di 12 olimpionici speciali (il contrario di normal people in inglese è special people, nda) per un viaggio sul monte Kilimanjaro. Durante quella spedizione ha capito il potenziale notevole di queste persone speciali. Tollin, appassionato di sport, è stato anche nominato per un Academy Award per il suo documentario Hank Aaron: Chasing the Dream, per il quale ha vinto un Peabody Award.
It doesn't matter how bad your day is going, he comes up and gives you a hug and says 'I love you' and the bad day is washed away. - Allison Boozer, 2002 (Teacher of Special Education, T.L. Hanna High School)
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