esperienze comunicative nel bagaglio da viaggio di un aspirante storyteller

sabato 5 settembre 2009

Il cerchiobottaio

rialzati-italia
Potessi me ne andrei a New York lasciando Berlusconi, i suoi soldatini e il suo seguito di corrotti cerchiobottai a voi popolo ignorante drogato di facebook di porno e di televisione. Mi fate schifo.

Intanto a New York - come nel resto del mondo- si sono resi conto che Berlusconi è un problema anche loro. Lo è perché, ahimè, Berlusconi è a capo del governo di un Paese del G8 che sta scegliendo strani alleati.
La citazione che ho inserito non è casuale. Non è un pensiero di dotto discernimento ma all'apparenza sembra piuttosto uno sfogo, e mai sfogo ha più senso.
Parlare di Berlusconi come uomo dalle discutibili scelte -si badi bene sto giocando sul campo della politica- è come raccontare quella storia che ormai tutti conoscono, ma parlare di un Berlusconi ormai in preda all'isteria e alla confusione sembra essere una cosa riservata solo agli studenti di scienze politiche. Ebbene si, Berlusconi ha il mondo contro e sta cercando disperatamente di trovare un appiglio.
Discutibile (per ragioni di spazio omettendo "politicamente") è stata la scelta di recarsi in Libia a celebrare il 40/mo anniversario della rivoluzione verde. Ma cosa (politicamente) avrebbe da guadagnarci Berlusconi? La risposta è semplice, il disprezzo del mondo occidentale considerando le scene di giubilo che hanno accompagnato in ritorno in patria di Abdelbaset al Megrahi, l'attentatore di Lockerbie rilasciato per motivi di salute dal governo scozzese. Ancor di meno alla luce dell'indifferenza che Gheddafi nutre nei confronti di Berlusconi.

Ancora più discutibile (omissis...) il mandato dato a Vittorio Feltri di attaccare chiunque osi porsi contrario dinnanzi Berlusconi. Inevitabilmente rischia di creare un fronte compatto che ha in Berlusconi un nemico. Fino ad oggi fanno parte dello stesso Repubblica, Avvenire, Stampa, Unità, insomma non solo le testate vicino ad una sola parte politica ma anche legate ai grandi gruppi finanziari italiani. Giocare sul piano, sporco, della morale è quanto di più sbagliato Berlusconi possa fare. Non conviene a lui per primo indagare sul passato. Lui le cui finanze non si è mai chiarito quale fonte abbiano avuto. Lui che per comprare la villa di Arcore uso circostanze e metodologia discutibile (per non ripetersi). Non bisognerebbe nemmeno andare di tanto indietro nel tempo, basterebbe giusto qualche mese. Portare i toni dello scontro sulle ripicche personali è una scelta che non paga e non pagherà.

Berlusconi ormai si sta lentamente ritrovando da solo.

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