
(foto pubblicata sul sito ufficiale Benetton Treviso Rugby)
Tivoli (Roma) - Ci sono due dati che possiamo dare per acquisiti: il rugby è lo sport della provincia italiana; Benetton Treviso è in assoluto la migliore espressione del rugby italiano.I due dati possono essere facilmente riscontrabili se si pensa alla partita disputata oggi allo stadio Comunale di Monigo (Treviso) dove si sono affrontate Benetton Treviso e Northampton Saints.
L'Italia, in quest'ultimo week-end, è spazzata da un'ondata di gelo che ha portato nevicate anche a bassa quota. Una tra le città che hanno conosciuto questa atmosfera natalizia è Treviso. Già da lunedì, i previdenti responsabili della struttura trevigiana avevano coperto il campo con dei teloni per scongiurare l'eventualità che la neve non permettesse la disputa dell'incontro di Heineken Cup.
A quanto pare questa precauzione non è servita del tutto perché i centimetri di neve, depositatisi sui teloni, non permettevano che gli stessi potessero essere arrotolati liberando il campo. Cosa succede allora? Succede che l'intero staff della Benetton Treviso Rugby, dalle prime ore di sabato, si è messo a spalare la neve. Proprio come fanno(facevano) i papa nei film americani, svegliandosi presto per far trovare alla famiglia il vialetto spalato. Un gesto d'amore e di sacrificio che non chiede nulla in cambio se non un minimo di riconoscenza. Allo stesso modo tutti coloro i quali avevano a cuore questa partita si sono prodigati perché andasse in scena, aspettandosi però riconoscenza dai giocatori in campo. Questa l'hanno ampiamente avuta con Treviso che perde la partita per 21 a 18 (3-2) ma giocando alla pari con la terza in classifica in Guinness Premiership. Bella partita dove si è evidenziato il predominio nelle fasi statiche del pack trevigiano e una maggiore organizzazione di gioco degli inglesi. Pecche nei placcaggi uno contro uno (spesso rotti e causa di due delle tre mete) da parte dei veneti ma nel complesso una difesa attenta coralmente e aggressiva. Peccato per qualche calcio sfortunato e per il piede di Goosen che troppo spesso ha permesso ai Saints di chiamare il mark, interrompendo gli attacchi trevigiani, e soprattutto mantenere un ritmo di gioco basso. Bello soprattutto il carattere messo in campo dai ragazzi allenati da Franco Smith che hanno dimostrato di non voler "abbassarsi" alla logica della sconfitta con onore abbandonando il rettangolo visibilmente dispiaciuti per l'occasione sfumata.
Meno perfetto dal punto di vista organizzativo ma più vero, più sanguigno, più vicino di altri sport, il rugby italiano chiude l'anno con la bella prestazione di Treviso. Un anno difficile, preannunciato come quello della svolta ma che si è rivelato quello del caos. In mezzo tante diapositive: Lorenzo Sebastiani; Magners Celtic League; Benetton Treviso; test match estivi e invernali; fango; orgoglio; ripicche; pianti; rotture insanabili; Aironi del Po; Praetorians; L'Aquila Rugby. Rimane il silenzio come sottofondo. Un iceberg che ha nell'Italrugby la sua punta emersa ma che è sostenuto da una base di "appena" trentamila tesserati. Lontano dagli onori delle cronache, lontano dai circhi mediatici. Proprio come quelle cose che accadono in provincia che non interessano a tutti ma solo a chi le sente vicine a sé.
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