esperienze comunicative nel bagaglio da viaggio di un aspirante storyteller

sabato 13 febbraio 2010

Bushido: la via del guerriero

di Pasquale Giordano
Roberta Ferrante
Tivoli - Il 24 gennaio si è svolta al Palazzetto dello Sport “ Paolo Tosto” di Tivoli la fase regionale del campionato nazionale CSEN (Centro Sportivo Educativo Nazionale). Tra le 27 società partecipanti Bushido Tivoli si è posizionata al primo posto con: 20 primi posti; 12 secondi posti; 15 terzi posti; 4 primi posti nella prova a squadre.

Sul tatami si sono svolti diversi kata. Il Kata è un esercizio individuale che rappresenta un combattimento reale contro più avversari immaginari.
Roberta Ferrante, classificatasi seconda nella categoria senior femminile marrone nera, ci spiega la scelta del suo kata: Chatanayara-kushanku “Ho scelto di portare questo specifico Kata perché è uno dei più impegnativi. Devi avere una maggiore resistenza atletica perché è molto lungo e tecnicamente è molto articolato. Volevo mettermi alla prova. Il Kata nell’insieme è andato bene anche se durante le prove ero riuscita a fare meglio. Mi auguro di rifarmi il 7 marzo. La gara di Tivoli era aperta i karateki mentre quella del 7 marzo a Montalto di Castro sarà la fase regionale per la qualificazione ai campionati italiani ma della FIJLKAM (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, ndr). Questa prova sarà qualitativamente più alta perché competeranno anche i professionisti e gli atleti delle forze armate.”
Tu sei cintura nera 1° DAN, è stato difficile conseguire questo obiettivo?
“Il mio percorso da karateka è stato tortuoso perché ho avuto tentennamenti dovuti a stati emotivi personali. Però, essere karateka significa anche ritrovare la via che si era abbandonata. Non a caso Bushido significa letteralmente la via del guerriero.”
Che cos’è per te il karate?
“Il karate non è pratica a livello sportivo, è qualcosa che va aldilà della posizione della mano o del piede. È altro. È una disciplina di vita. Il karate mi ha aiutato insegnandomi la giusta prospettiva in cui vedere le cose della vita. È qualcosa che ti nasce dentro, non saprei stare senza. Quando sto male entro nel dojo (luogo di pratica del karate,ndr) e non penso a niente. Quando indosso il kimono sono veramente me stessa. Le altre Roberta sono delle parti incomplete di me che si fondono quando salgo sul tatami.”
Che cosa ti auguri per il futuro?
“Pinan che è il nome di un kata ma significa anche pace e armonia, ciò che mi auguro sempre in ogni ambito della mia vita.”
Le mani scivolano lungo i fianchi, segue un inchino.
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Articolo pubblicato su "XL Quindicinale per le Associazioni la Cultura e il Tempo libero" numero 3 del 11 febbraio 2010, pagina 15

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